La Corte di Cassazione ribadisce il ruolo cruciale del Modello 231 nella responsabilità dell’ente: Il modello 231 salva dalla condanna per omicidio la società e gli amministratori
Con la sentenza n. 31665 del 2 agosto 2024, la Corte di Cassazione, Sezione IV penale, ha fornito un’importante interpretazione in materia di responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001, con particolare riferimento all’efficacia esimente del Modello 231.
Il caso: condanna per omicidio colposo e responsabilità aziendale
Una società era stata condannata in primo grado alla sanzione pecuniaria di 150.000 euro, ai sensi del comma 2 dell’art. 12 del D.Lgs. 231/2001. La contestazione riguardava un illecito amministrativo ex art. 25-septies del medesimo decreto, in relazione all’art. 589 c.p., poiché un incidente sul lavoro aveva causato la morte di alcuni dipendenti, a seguito della violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro. La condanna era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Roma.
La decisione della Corte di Cassazione: il ruolo del Modello 231
La Corte di Cassazione, annullando senza rinvio la sentenza di condanna, ha ritenuto che la società avesse effettivamente adottato un modello organizzativo idoneo a prevenire il rischio che si è poi concretizzato. La Corte ha sottolineato che il Consiglio di Amministrazione aveva non solo predisposto il Modello 231, ma aveva anche adottato misure concrete per garantirne l’applicazione.
Nel motivare la sua decisione, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’ente risponde per fatto proprio e la responsabilità non può basarsi su un criterio oggettivo, bensì su una colpa di organizzazione. Ciò significa che per affermare la responsabilità dell’ente occorre dimostrare che non siano stati adottati adeguati strumenti organizzativi per prevenire la commissione di reati del tipo di quello verificatosi.
Elementi chiave della sentenza
Nello specifico, la Corte ha evidenziato che:
- Il modello organizzativo era esistente ed efficace;
- Il rischio era stato individuato e documentato nei protocolli interni, accessibili al personale;
- Il documento di valutazione dei rischi conteneva misure atte a prevenire l’evento tragico.
Infine, la Corte ha escluso la sussistenza del requisito oggettivo del vantaggio economico di cui all’art. 5 del D.Lgs. 231/2001. In particolare, ha osservato che l’omissione delle cautele non aveva comportato un risparmio di spesa significativo e che la società aveva dimostrato una generale osservanza delle normative antinfortunistiche.
Implicazioni della sentenza per le imprese
Questa decisione rappresenta un’importante riaffermazione del valore del Modello 231 come strumento di prevenzione e tutela per le imprese: Il modello 231 salva dalla condanna per omicidio la società e gli amministratori.
Essa conferma che, per escludere la responsabilità dell’ente, non è sufficiente che il modello sia formalmente adottato, ma occorre che sia effettivamente implementato e che l’organizzazione aziendale ne garantisca l’applicazione concreta.
Perché il Modello 231 è fondamentale?
- Prevenzione dei reati aziendali: la corretta applicazione del modello riduce il rischio di responsabilità per l’ente.
- Compliance normativa: garantisce l’adeguamento dell’azienda alle disposizioni legislative vigenti.
- Tutela del patrimonio aziendale: evita sanzioni economiche e danni reputazionali.
La sentenza sottolinea inoltre l’importanza di una verifica accurata della “colpa di organizzazione”, per evitare che le aziende siano ritenute responsabili solo in base al verificarsi di un evento illecito, senza una reale valutazione del loro operato.
Conclusioni
La pronuncia della Cassazione ribadisce la necessità per le imprese di investire nella prevenzione e nell’adozione di sistemi di compliance adeguati, non solo per evitare sanzioni, ma anche per promuovere una cultura aziendale orientata alla sicurezza e alla legalità.
In un contesto normativo sempre più stringente, l’adozione e l’efficace implementazione del Modello 231 si confermano fattori essenziali per garantire la sostenibilità e la tutela delle aziende. Le imprese devono quindi considerare la compliance non solo un obbligo, ma una leva strategica per il successo e la credibilità sul mercato.
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