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Inchiesta doppia Curva: Inter e Milan ed il Modello 231

Inchiesta doppia Curva: Inter e Milan ed il Modello 231

L’importanza della prevenzione:

L’inchiesta “doppia Curva”, avviata nel 2018 dalla Procura antimafia di Milano, ha come obiettivo quello di smantellare una rete di legami tra tifo organizzato e gruppi criminali, che utilizzavano gli stadi come piattaforme per attività illecite. Tra queste attività figurano il traffico di droga, il racket, il riciclaggio di denaro e, non di rado, anche operazioni legate alla gestione di eventi sportivi, come il controllo degli ingressi agli stadi, il bagarinaggio e le scommesse.

L’operazione prende il nome dalla “curva”, settore presente in uno stadio, quella della squadra di casa e quelle della squadra in trasferta, caratterizzate per la diversa fede calcistica.

Il cuore dell’indagine si è concentrato sui gruppi ultras di alcune delle principali squadre di calcio italiane, in particolare quelli che, sotto la superficie dell’amore per la propria squadra, nascondevano un vero e proprio sistema criminale. Questo scenario ha portato gli investigatori a monitorare a lungo le comunicazioni tra gli esponenti di tali gruppi e i membri di organizzazioni mafiose, scoprendo relazioni di scambio reciproco di favori e denaro.

L’inchiesta ha rivelato che alcune frange degli ultras erano in contatto diretto con le mafie locali. Non solo le tifoserie di squadre storiche come Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma sono state coinvolte, ma anche i gruppi ultras di squadre meno conosciute hanno avuto rapporti con vari clan mafiosi.

Negli scorsi giorni, è emerso un giro di affari milionario spartito equamente tra i capi ultras delle curve di Inter e Milan, acerrimi nemici in campo ma molto coesi al fine di ottenere illeciti profitti grazie al “patto di non belligeranza”.

Le accuse principalmente mosse a tali soggetti sono associazione a delinquere, estorsione, rissa, minaccia e violenza privata.

Sebbene né l’Inter né il Milan siano stati accusate direttamente di aver partecipato alle attività criminali, potrebbero però concorrere nel reato.

Infatti, dalle intercettazioni e dai documenti della Procura sono  emersi i nomi di presidenti, capitani, ex giocatori e uomini di spicco delle due società milanesi, ma ad oggi, non sarebbero indagati.

Ma non è assolutamente scontato che questi vengano dichiarati estranei ai fatti, avendo comunque avuto contatti ed essendo solamente ora entrati nel vivo delle indagini.

Il caso “Doppia Curva” ha acceso dibattito sul ruolo dei club calcistici nella lotta alla violenza negli stadi e sul controllo delle proprie tifoserie. Alcuni osservatori hanno sostenuto che i club, pur non essendo responsabili diretti delle attività criminali dei gruppi ultras, avrebbero dovuto fare di più per monitorare e prevenire tali comportamenti. In molti casi, infatti, gli stessi gruppi di tifosi si sono infiltrati nel sistema degli stadi, e la connivenza di parte della tifoseria con il crimine organizzato ha creato situazioni di stallo nelle politiche di sicurezza.

Entrambe le società hanno preso pubblicamente posizione contro l’intromissione dei gruppi ultras nelle dinamiche di gestione degli stadi ed a collaborare con le forze dell’ordine…ma è sufficiente?

Dopo i primi sviluppi dell’inchiesta, sia l’Inter che il Milan hanno condannato apertamente i comportamenti degli ultras e di aver già adottato da tempo politiche più severe nei confronti dei gruppi ultras e dei comportamenti violenti, creando un ambiente più sicuro per i tifosi.

le società rischiano una sanzione penale e amministrativa e l’applicazione di misure interdittive? Basterà quindi distaccarsi pubblicamente per esimersi dalla responsabilità? Ovviamente no.

L’Inter e il Milan rischiano infatti il commissariamento delle società, l’applicazione dei punti di penalizzazione, sostanziose multe oltre alle inibizioni, temporanee o meno, dei dirigenti.

Le due società milanesi potrebbero rispondere nel caso in cui qualsiasi dipendente, dirigente, amministratore o terzio mandatario abbia realizzato la condotta illecita nell’interesse o a vantaggio dell’impresa stessa.

Grazie però all’adozione del Modello 231, documento previsto dalla legge 231 del 2001, definito anche MOG (Modello di Organizzazione e Gestione), le Società avranno modo di dimostrare di aver fatto di tutto per non incorrere in comportamenti penalmente rilevanti.

Nel documento è presente infatti una serie di procedure aziendali volte a garantire la prevenzione della commissione di reati per cui l’azienda potrebbe essere ritenuta responsabile, nell’adempimento delle mansioni previste durante lo svolgimento della propria attività lavorativa.

Più l’azienda è procedimentalizzata al fine di attuare una gestione preventiva dei rischi e più sarà facile dimostrare la propria estraneità davanti alle Pubbliche Autorità.

Milan e Inter dovranno perciò dimostrare di aver adottato un Modello 231 adeguato, che disciplini i processi interni e che, se fosse ritenuto responsabile un soggetto che partecipa alla vita della Società, questi non abbia agito nell’interesse o per conto delle stesse.

Attualmente, entrambe non risultano indagate ma nei prossimi gironi potrebbero essere messe sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità giudiziaria e solamente grazie all’adozione preventiva del Modello avranno modo di dimostrare la loro eventuale estraneità ai fatti.

Emerge per tanto quanto sia perciò necessario l’adozione di tale Modello, al fine di non incorrere in sanzioni pecuniarie, sanzioni interdittive, confische e pubblicazioni della sentenza, evitando così di incorrere in gravi conseguenze che possano mettere in  difficoltà il proseguimento dell’attività d’impresa, a volte determinandone perfino la fine.

versione in PDF qui: L’importanza della prevenzione Milan e Inter e l’adozione del Modello 231

a cura di Stefano Marco Mainini