Conoscenze condivise oggi, ma non ovvie quattrocento anni fa. La Terra che gira intorno a un Sole, anziché essere lei il centro dell’universo. Un’infinita distesa di stelle nel nostro cielo, visibile solo con un cannocchiale.
Galileo Galilei, scienziato di immenso genio, difficilmente compreso, che dovrà abiurare la teoria copernicana. Ed è la storia che rivive oggi, a quattrocento anni di distanza.
Oggi non c’è più un uomo che ha scritto una pagina dell’evoluzione tecnologica e umana, una persona geniale e mentalmente libera. Steve Jobs, l’uomo che ha inventato l’Ipod, l’Iphone e successivamente l’Ipad. Non solo sigle di un successo immenso e mondiale ma parole che hanno cambiato l’esistenza delle persone.
In questa società dell’usa e getta, della poca lungimiranza, dell’apparire piuttosto che dell’essere, il criterio della normalità forse è venuto a coincidere con il “non distinguersi”, con l’essere come sono ormai tutti gli altri o, ancor peggio, come gli altri vorrebbero che noi fossimo. Il rischio della normalità è quello di diventare assenti, falsi, ipocriti, opportunisti o, semplicemente “gregge”.
Perché non apprezzare invece quelle persone “diverse” dal nostro pensiero, originali, creative, pronte a rischiare, che … spesso “non ci sono con la testa”. Se “non esserci con la testa” significa non essere opportunisti, banalmente simili a tutti, non essere schiavi dei pregiudizi della mente allora mille volte meglio quella strana capacità innata e ormai rara che fa viaggiare l’intuizione ed esplorare metodologie nuove affrontando sfide con passione e curiosità.
Steve Jobs, l’uomo dai complessi calcoli binari ma anche del “futuro prossimo” che percepiva la realtà ventura e la creava cambiando il mondo.
Dott.ssa L.G. D’Orso