Ho voluto attendere un po’ di tempo per scrivere queste poche righe perché quando viene a mancare un grande uomo, un uomo che non possiede nulla di ordinario è molto imbarazzante e scontato scrivere qualcosa. Si rischia infatti di cadere nella retorica qualunquista o, peggio ancora, di aggiungersi a coloro che cercano di mettersi in evidenza.
Scontato ricordare le intere generazioni di studenti che, passati dalle Facoltà di Giurisprudenza, si sono imbattute nel “Galgano”, nome ormai trasfigurato in libro di Diritto Privato, diventato oggi una pietra miliare della conoscenza giuridica.
Io desidero però ricordare l’uomo, il suo esempio, la sua lezione di vita. In lui condividevano e si compensavano due aspetti: emerito professore e fine giurista da una parte e uomo semplice, schietto, onesto, entusiasta dall’altra. E’ sempre stata una persona gentilissima e rispettosa, affabile e garbata, disponibile in ogni momento ad ogni confronto. Capace di affascinarmi con una conversazione privata come durante una conferenza, il prof. Galgano era dotato di un innato talento nel cogliere l’essenza del problema ed esporlo con una chiarezza ed una lucidità che spesso andavano di pari passo con una cortese ed elegante ironia.
Avrei dovuto rincontrarlo a Monza, ospite di un nostro convegno, assaporavo già il privilegio e l’onore concessomi di ascoltarlo ancora una volta assistendo rapito al suo lucido e colto argomentare. Quel giorno però, già malato e stanco non se la sentì di arrivare da Bologna fino a noi. Questo è il mio grande rammarico.
Avv. Pier Angelo Mainini